IL LIBRO DI SCHETTINO? A RIETI È DIFFICILE DA TROVARE…

(di Matteo Carrozzoni) Schettino introvabile a Rieti. L’estate è ormai nel vivo e tra gli oggetti da mettere nella valigia delle ferie non può mancare un buon libro. Tra le letture preferite dagli italiani è cosa nota che spicchino quelle legate ai fatti di cronaca che hanno catturato l’attenzione per lungo tempo sui media nazionali ma mai prima d’ora si ricordava un boicottaggio a uno di questi casi letterari da parte delle stesse librerie. E’ il caso del libro di Francesco Schettino “Le verità sommerse” di Graus Editore, che a seguito dell’iniziativa della libreria livornese “Marradi” – la cui proprietaria Cristiana Ricci ha esposto un cartello che informa la clientela di “non vendere il libro in questione per “rispetto delle vittime del naufragio della Costa Concordia e per non essere complice delle speculazioni basate sulla curiosità morbosa, troppo spesso legata a queste vicende” – ha dato vita ad un “tam tam” che si è diffuso sui social network, dove altre attività hanno seguito l’esempio.

Nella nostra città abbiamo constatato che nessuna libreria ha esposto cartelli simili, ma i titolari e i dipendenti delle librerie che abbiamo incontrato hanno mostrato di essere quasi tutti sulla stessa linea di pensiero:

“Siamo un punto vendita Mondadori – afferma Virginia della libreria Gulliver di via Roma – e alcuni libri ci vengono consigliati dalla casa editrice. Il libro di Schettino però non ci è stato mandato (nel caso non lo avrei esposto in bella vista) e non saremo noi ad ordinarlo. Devo però sottolineare che, potendo scegliere, non sarebbe l’unico libro che non vorrei venderei”.

A pensarla in maniera ancora più netta è Andrea del Caffè Letterario di via Garibaldi: “Abbiamo la fortuna di essere una libreria indipendente e di poter scegliere i titoli da mettere in vendita; quella di Schettino mi sembra solo un’operazione mediatica e se vendessi il libro in questione mi sembrerebbe di assecondare una speculazione sua e della casa editrice, al pari di tanti altri cosiddetti approfondimenti su fatti di cronaca che in realtà hanno avuto tanto spazio sui media e altre sedi più opportune per chiarire i fatti. Io penso che anche un libraio abbia una responsabilità sulla formazione delle persone e qui preferiamo fare cultura“.

Non essendoci i titolari ed essendo una dipendente ha preferito non esprimersi Antonella delle libreria Pensieri Belli di via Roma, ma dal sorriso spontaneo nell’affermare di non avere il libro in catalogo ci è sembrato di capire che non ne fosse dispiaciuta.

Molto filosofica la risposta del titolare della libreria L’Artistica di via Pennina: “che si tratti di Fromm o di Schettino, non dovrebbe fare differenza se parliamo di business ma se do retta al cuore penso che Schettino dovrebbe ritirarsi a vita privata e andare a prendere il sole finché potrà e nel caso prendendolo a strisce se così dovrà essere. Sembra che nemmeno il nostro distributore nazionale voglia puntarci, infatti attualmente ce ne sono solo 10 copie in giacenza in tutta Italia. Sarebbe ora che il mondo dell’editoria la smettesse di dare spazio ad ogni “somaro che vola” ma che, piuttosto, abbassasse i prezzi e si occupasse di cose più serie. Purtroppo però è sempre questione di soldi. Bastano cinquemila copie vendute per andare in pareggio, con settemila si fa già business e con un paio di passaggi televisivi in qualche trasmissione il fatturato è assicurato”.

Anche Emilio e Luca della libreria Sapere di viale Maraini non hanno il libro sugli scaffali e non hanno intenzione di prenderlo: “A meno che qualcuno non ci chieda espressamente di ordinarlo, preferiamo non averlo per quella che per noi è una semplice questione etica. Piuttosto crediamo che sul “novello scrittore” si debba esprimere rapidamente la magistratura”.

Unica voce fuori dal coro la libreria La Centrale di piazza Vittorio Emanuele II, i cui titolari, padre e figlio dichiarano: “Non lo abbiamo, ma non avremmo problemi a venderlo. Per noi è solo un libro. Se prendessimo posizione su ogni libro, che sia di cronaca o di politica o di qualunque cosa, il nostro lavoro diventerebbe una farsa. Abbiamo delle idee ma non riteniamo sia giusto che vadano a coinvolgere la professione”.

Idee diverse, più o meno nette e a volte contrastanti, ma una cosa emerge chiara. A Rieti il libro di Francesco Schettino, che ha suscitato tante polemiche, è davvero difficile da trovare. Foto (archivio): Emiliano Grillotti ©

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