CASO SCHWAZER, NELLE CARTE DELL’INCHIESTA ANCHE I NOMI DI HOWE, DONATI E COLLIO

(dal Messaggero di Rieti) Premessa: Andrew Howe, Roberto Donati e Simone Collio non sono indagati nell’inchiesta sul caso doping del marciatore altoatesino Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino nel 2008. Né, gli atleti che vivono a Rieti e si allenano al Guidobaldi sono mai risultati positivi ad un controllo antidoping. Terminata la premessa, va però detto che compaiono anche i nomi del primatista italiano del salto in lungo, Andrew Howe, e i primatisti della staffetta azzurra 4×100, Roberto Donati e Simone Collio, nelle 400 pagine di avviso di conclusione delle indagini preliminari che la procura di Bolzano ha notificato nelle scorse settimane a Schwazer, ai medici federali Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella e all’ex dirigente Fidal Rita Bottiglieri. A pubblicare gli atti è stato Il Sole 24 Ore, che in un’inchiesta titolata “Dietro quel doping c’era tutto un sistema” ricostruisce le accuse mosse ad atleti, medici e dirigenti federali quando a capo del Coni c’era ancora Gianni Petrucci e alla guida della Fidal Franco Arese. L’ipotesi accusatoria è che, chi doveva intervenire per impedire a Schwazer di doparsi, non è intervenuto. E che altri atleti sarebbero stati aiutati ad uscire indenni. Howe, Donati e Collio entrano con l’inchiesta perché sentiti come persone informate dei fatti. Sotto la lente sono finiti i loro rapporti con il dottor Fiorella. Dalle carte emerge che Howe era preoccupato dei messaggi inviati a Fiorella: “Quando in giugno ho chiamato Fiorella per esprimergli solidarietà (dopo la perquisizione dei Carabinieri, ndr) gli ho espresso la mia preoccupazione sul fatto che i messaggi di whatsapp da me inviatigli nel 2012 potessero trovarsi nei telefoni o tablet che gli erano stati sequestrati. Fiorella mi disse di non preoccuparmi, che ciò non sarebbe accaduto in quanto lui aveva provveduto a cancellarli (…) (In quei messaggi) io gli avevo chiesto informazioni circa la durata dell’effetto terapeutico del cortisone nel corpo umano. Tale richiesta era giustificata dal fatto che volevo essere sicuro di non presentarmi in gara con residui del farmaco nel mio organismo”. Secondo gli inquirenti “l’unico intento di Fiorella sembra quello di proteggere l’atleta dalle possibili conseguenze di un’azione potenzialmente illecita che lui avrebbe avuto comunque il dovere di denunciare, non certo di coprire”. Nei verbali Simone Collio dichiara di essersi rivolto al dottor Carlo Santuccione, controverso medico ciclistico arrestato per doping nel 2004, e di averci portato anche Roberto Donati. E parla di quanto accaduto prima del record di Barcellona. “Soffrivo di una peritendinite achillea molto forte per cui sono stato curato, su prescrizione medica forse del dottor Fischetto, con Bentelan per iniezione intramuscolare (…) Ricordo anche che all’atto dell’antidoping dopo la finale, informai di questo il dottor Fiorella che era presente, il quale mi disse che non andava dichiarato in quanto fatto fuori competizione”. Anche Donati usò cortisone: “Fiorella non si scompose – è la deposizione di Donati – mi chiese quando avessi fatto l’ultima iniezione, e appreso che risaliva a cinque giorni prima (…) disse di non dichiarare il cortisone che tanto non sarebbe risultato nel controllo. Non avendo poi ricevuto contestazioni ritengo che poi effettivamente il cortisone non sia stato individuato nel controllo”. Contattato da Il Messaggero, Howe si è detto allibito: “Con questa vicenda non c’entro nulla. Sono stato sentito come tanti altri atleti, sono pulito”. Donati ha preferito non commentare, Collio ha dato la sua versione: “Da Santuccione sono stato nel 2006 dopo l’operazione alla caviglia, andai da una decina di dottori, mi sono sentito in obbligo di dirlo ai magistrati perché era un nome chiacchierato. Sul record di Barcellona? Tutto regolare. Il cortisone è doping solo se assunto intramuscolo nelle 24 ore prima della gara”.

RietiLife è a disposizione di Howe, Donati e Collio per eventuali ulteriori commenti.

LEGGI DAL SOLE 24 ORE DIETRO QUEL DOPING C’ERA TUTTO UN “SISTEMA”SA DI BENTELAN IL RECORD DEL 2010 Foto: dal web ©

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