EX ZUCCHERIFICIO, I GIOVANI DI CONTROVENTO CHIEDONO CHE NASCA UNA CITTÀ UNIVERSITARIA

L’associazione giovanile Controvento ha incontrato l’assessore all’Urbanistica, Andrea Cecilia, e i consiglieri Gabriele Bizzoca (delegato alle Politiche giovanili, consigliere di riferimento dell’associazione) e Giovanni Ludovisi (presidente della commissione Lavoro) in merito all’ex Zuccherificio e alla sua destinazione. Controvento ha chiesto che in quell’area nasca una cittadella universitaria. Questa la nota integrale.

 

«Allo stato attuale sul tappeto è presente la sola proposta della “Coop Centro Italia” di destinare tale struttura a Centro Commerciale, previa autorizzazione a realizzare il triplo della cubatura già prevista. Bisogna dare atto a Raggi, presidente del CdS della “Coop Centro Italia”, di aver saputo giocare la partita gettando sul piatto della bilancia un investimento di 60 milioni di euro e un’ipotesi di 200 posti di lavoro. La reazione a tale ipotesi è stata piuttosto debole, nessuno ha calcolato gli effetti sulla città della realizzazione di un tale mega centro commerciale; nessuno si è posto il problema di quanti posti di lavoro in realtà si perderebbero. Le stesse associazioni dei commercianti, pronte a fare barricate su una pedonalizzazione che in prospettiva valorizza il centro storico, si sono limitate a un blando comunicato contro un’ipotesi che rischia di distruggere definitivamente il centro storico. Come mai? Qualcuno sta già organizzando il grande esodo dal centro? I sindacati in prima fila nella difesa di questo piano scellerato. Come mai? Qualcuno pensa a quanti nuovi iscritti si possono rimediare? La maggior parte dei partiti plaude Raggi e lo vede come un salvatore della Patria. Come mai? Qualcuno sta prenotando i posti da assegnare?

 

Già si profila nella stessa maggioranza qualche segnale di cedimento. Di fronte a una probabile Caporetto qualcuno ha pensato a una nuova linea del Piave su cui attestare le residue difese che, se non si spostano i termini del problema, rischiano anch’esse di essere travolte da un Raggi che dimostra di essere un politico di razza che, sfortunatamente per noi, persegue un interesse di parte piuttosto che un interesse generale. Il progetto di Raggi poggia su un’ipotesi di mega centro che grazie alla varietà dell’offerta sia attrazione per un bacino di utenza che vada addirittura oltre i 200 mila abitanti Rieti-Terni. Si tratterebbe di costruire un’isola dentro il cuore della città senza che abbia legami con la città stessa. Qualcuno che frequenta questi mega centri sa dirci come è fatta Sant’Oreste e le altre città nei dintorni di Soratte? O sa descriverci la piazza di Valmontone? Perché mai per Rieti dovrebbe essere diverso? Si tratta di “turismo” mordi e fuggi: arrivi, parcheggi, compri e riparti. Siamo totalmente contrari a tale ipotesi perché stravolgerebbe la nostra città senza ottenere nulla in cambio.

 

Un’alternativa conservatrice a tale ipotesi sarebbe quella di bloccare l’aumento della cubatura richiesto dalla Coop; a quel punto Raggi si farebbe qualche conto (e nel conto bisognerebbe mettere i costi della probabile chiusura dall’attuale Coop Futura) e verosimilmente deciderebbe che, stante l’attuale cubatura, l’investimento non sarebbe conveniente. Poco male: a fronte dallo scempio della Città sarebbe preferibile l’immobilismo. L’unico modo per uscire dall’impasse è una trattativa sulle compensazioni che la Coop dovrebbe realizzare. L’assessore Cecilia è un bravo assessore, ma è un tecnico che ragiona come un tecnico. Da bravo urbanista propone che la Coop realizzi, a sue spese, una serie di opere infrastrutturali, la più importante delle quali, ci sembra di capire, è lo scavalco della stazione ferroviaria che permetterebbe il contatto diretto di questa struttura con il centro storico e, quindi, la creazione di un’arteria commerciale che partirebbe da Porta Romana, attraverserebbe via Roma e arriverebbe allo Zuccherificio: una specie di Porta Portese permanente. Progetto molto bello a cui però mancano i numeri su cui reggersi, ovvero un bacino di utenza minimo che faccia fronte agli alti e bassi dei flussi turistici e un piano del commercio concordato con le associazioni di categoria.

 

Il progetto di Cecilia va integrato con la realizzazione di una iniziativa che incrementi strutturalmente il bacino di utenza residenziale. L’integrazione a tale progetto non possiamo cercarla nel Polo Fieristico o in quello Congressuale, soggetti anche essi a flussi. L’unica iniziativa che crea strutturalmente nuovi residenti è la creazione di strutture che ospitino il Polo Universitario.

 

Oggi le sedi dei corsi della Sabina Universitas sono sparse tra via Roma, l’Istituto Geometri e la Salaria per L’Aquila, e questo non crea visibilità. Riportare l’Università nel cuore della città permetterebbe la sua crescita e un circolo virtuoso che aiuterebbe lo sviluppo della città anche in direzione del progetto immaginato da Cecilia. Solo questo insieme di cose renderebbe piacevole la permanenza in città degli studenti universitari fuori sede, attraendone altri. Un piano che ha bisogno di allesti, istituzionali e non: nessuno in questo momento, di fronte a un progetto forte e chiaro può tirarsi indietro. L’assessore Cecilia, se vuole, ha la possibilità di realizzare questo suo “sogno” coinvolgendo gli altri attori istituzionali, compreso l’Ater il cui progetto per la realizzazione di una residenza per studenti universitari nei pressi di Porta Romana langue da qualche anno.

 

Da parte di Controvento siamo disponibili ad aiutare con tutti i mezzi la realizzazione di questo piano; ma qualsiasi ipotesi che non preveda la realizzazione del Polo Universitario troverà la nostra più ferma opposizione. Per questo abbiamo dato mandato a Gabriele Bizzoca, nostro consigliere di riferimento, di illustrare la nostra posizione nelle sedi opportune». Foto: Controvento ©
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